Home

INFORMAZIONI

SOCI FONDATORI

NOVITA'

RICETTE

SCHEDE

LINKS

CONSIGLI UTILI

Pan di un giorno, vin di un anno. Non fidatevi di quei bevitori che vogliono sempre vino vecchio di bottiglia, e disprezzano il buon vino di botte e dell'anno. Non c'è bevanda più piacevole per una lieve colazione del mattino o per uno spuntino pomeridiano, purché sincera e fornita da un oste onesto. E' quello che un altro adagio chiama "vino che salta", che ha cioè il brio e il morbino della giovinezza: vin che salti, pan che canti, formaggio che pianga.


Da " O.P. ossia il vero Bevitore" di Paolo Monelli.

Lettura della sera

L'etichetta, ovvero i misteri della bottiglia


L'etichetta è nel migliore dei casi, soltanto una parziale garanzia della bontà del vino in bottiglia. Si sarebbe meno incauti, e si andrebbe più vicini al vero, affermando che l'etichetta, da sola,"non prova nulla" o che l'etichetta ha soprattutto un valore negativo. Ci sono, infatti, certi nomi che, a poco a poco, gli italiani imparano a conoscere, e sotto cui, quasi in una filigrana invisibile, imparano a leggere:"Vino da evitare".

Ma il guaio più grave si riferisce al caso opposto: al vino contenuto nelle bottiglie che si fregiano di un'etichetta sicura. E quando mai sarebbe "sicura" un'etichetta?

Vediamo. Un'etichetta sarebbe sicura: o quando già abbiamo fatto la relativa esperienza; o quando un amico, un oste, uno scrittore di nostra fiducia abbia lodato, raccomandato un vino contenuto in una bottiglia con quell'etichetta.

Ebbene?

Trascuriamo pure l'eventualità (rara ma, certo, non impossibile) che l'etichetta sia la medesima, e il vino un altro. Esistono incidenti incalcolabili, infiniti, infinitamente vari, che possono essere occorsi a "quel vino" o, ancora più probabilmente, a "quella bottiglia". Un tappo imperfetto, o che, con l'andar del tempo, si sia deteriorato. Una cantina troppo calda o troppo fredda o troppo umida o troppo luminosa o troppo vicina alle vibrazioni di qualche macchina… Sì, mi è accaduto, a Milano, in un ristorante lussuoso, di scoprire con orrore che la cantina confinava, da un lato, con un ambiente dov'era piazzata l'enorme lavastoviglie, e, dall'altro, con i bruciatori e le caldaie: una parete era bollente, l'altra era scossa da un tremito continuo: bottiglie di vecchio Bourgogne, da cinque e anche da diecimila lire l'una, si può capire che fine facessero, sottoposte a quel trattamento! E pensare che il proprietario del ristorante mi aveva fatto alzare dal mio tavolo , insistendo fino a vincere la mia saggia pigrizia postprandiale, per accompagnarmi nella visita sotterranea, orgogliosissimo della propria inaudita ignoranza! ….

Da "VINO AL VINO" di Mario Soldati. Mondadori. 1971